HIBERNUM e lo spirito di aggregazione

Prendi 3 ragazzi con la passione della storia medievale, mescolali con un po’ di Ippocrasso ( bevanda bevuta a quei tempi ), aggiungi l’ingrediente segreto e ottieni l’Hibernum,  una bevanda unica nel suo genere e più interessante  per i palati di coloro che desiderano bere qualcosa di diverso,  moderatamente alcolico , dal sapore speziato e dolce allo stesso tempo.

Al primo sorso si rimane inebrianti dall’esplosione dei sapori speziati che sembrano voler primeggiare l’uno sull’altro: cannella,  pepe, zenzero,  lasciando in bocca un piacevole retrogusto di arancia amara; al secondo sorso ti conquista definitivamente !!! 

L’Hibernum si accompagna perfettamente con dolci e confetture varie, anche se la sua “morte” ė il cioccolato fondente. 

…e secondo voi mi facevo scappare un’occasione del genere ?!?!?!? 

Appena mi è stata data in omaggio, mi sono messa subito all’opera , abbinando la classica torta al cioccolato fondente ai sapori speziati di questo vino.

INGREDIENTI:

– 150 g di cioccolato fondente; 

– 150 g di farina 00;

– 2 uova; 

– 50 g di margarina; 

– 90 g di zucchero semolato;

– 1/2 bustina di lievito;

– 1 bicchierino di Hibernum; 

– 1 pizzico di sale

– latte q.b

– 10 g di cacao amaro

Mettete a sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente e la margarina.  Prendete le uova e sbattetele dentro ad una ciotola con lo zucchero e il pizzico di sale. 

Quando saranno bianche e spumose aggiungete la margarina sciolta, il cacao amaro,, la farina e il lievito e iniziate a mescolare. Aggiungete un pochino di latte in modo che il composto non risulti troppo denso. Aggiungete il cioccolato sciolto e il bicchierino di Hibernum.  Mescolate bene il tutto. Prendete una teglia, ricoprite con carta da forno bagnata e strizzata, mettete dentro il composto e infornate a 180 gradi per 20 minuti. Una volta pronta lasciate raffreddare, tagliate a pezzetti e… buon appetito! 

 

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Andate anche a visitare il loro sito internet http://www.hibernum.it e la loro pagina Facebook Hibernum oppure , per chi è di zona, si trovano a Prato in via S.Trinita , 49 

 

 

 

 

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Il pan con l’uva

E’ settembre inoltrato e, come stagione vuole, i vigneti scoppiano di grossi e profumati grappoli d’uva, pronti per essere vendemmiati e per essere venduti ! Nella tradizione contadina è in questo periodo che si produce la schiacciata fiorentina, tipica della zona di Firenze e di Prato.

La schiacciata fiorentina o pan con l’uva è un dolce tipico toscano che veniva cucinato nel periodo della vendemmia, utilizzando l’uva meno adatta per la vinificazione, l’uva canaiola, quella definita di qualità inferiore e con acini pieni di semi. E come tradizione vuole, venivano usati ingredienti poveri ma genuini e veniva data da mangiare agli uomini dopo una giornata di lavoro lunga e faticosa.

Il pan con l’uva veniva fatto anche per ritrovarsi tutti insieme attorno ad una tavola imbandita, per non pensare più alla fatica fatta durante il giorno sotto il sole e per festeggiare la raccolta fatta, oppure come “merenda” nella pausa guadagnata!

Come per tutte le ricette contadine, quella originale è stata modificata con il passare degli anni, ognuno adattandola a proprio gusto e piacimento, facendola più alta o più bassa, mettendo la spezia che più aggrada, usando uno zucchero più saporito … Su internet si trovano mille modi di farla, sempre con ingredienti diversi, e chi usa la ricetta originale, sicuramente è perché in casa aveva la mamma o la nonna che la faceva spesso!

Comunque sia, una tradizione è rimasta: il pan con l’uva va rigorosamente mangiato freddo, in modo che il gusto si adatti al connubio tra uva e zucchero, rendendo sublime ogni boccone!

INGREDIENTI:

– 1 kg di uva nera da vino;
– 350 gr di farina;
– 20 gr di lievito di birra;
– 1 bicchiere di acqua;
– 8 cucchiai di zucchero;
– olio extravergine d’oliva;
– sale

Sciogliete il lievito di birra in un bicchiere d’acqua tiepida.

Prendete la farina e iniziate ad impastarla con l’acqua del bicchiere , aggiungete 4 cucchiai di zucchero, 4 cucchiai d’olio ed un pizzico di sale. Lavoratela bene e fate lievitare la pasta per circa 1 h ,coperta da un canovaccio.

Passato il tempo necessario prendete l’impasto e dividetelo in due parti non uguali, una per la preparazione della base (più abbondante) e una per la parte sopra.

Stendete la pasta piuttosto sottile ed adagiatela su di una teglia d’alluminio con il bordo alto. È importante che la pasta del fondo debordi dalla teglia. Riempite la base del dolce con i chicchi d’uva ben lavati ed asciugati ( lasciate una buona parte di uva per spargela sopra alla copertura ). Spargete sopra 2 cucchiai di zucchero e 2 di olio, ripiegate i bordi del dolce verso l’interno e stendete sopra il secondo strato di pasta. Con le punte delle dita create delle piccole fossette sulla pasta avendo cura di non bucarla. Distribuite sopra l’uva rimanente e cospargete sopra 2 cucchiai di zucchero e 2 di olio.

Infornate a 180°C per circa 60 minuti, lasciate raffreddare bene e…buon appetito!

foto 2 foto 1Con questa ricetta partecipo al contest “ Profumi e sapori d’autunno” di Menta e Cioccolato – La Magia in Cucina

La Mantovana con i pinoli

Buongiorno! Stamani cielo coperto ma decisamente umido… Finalmente è arrivato il venerdì… e quale occasione migliore per festeggiare con una Mantovana? ehehehe ogni occasione, per me, è quella giusta 😉

La Mantovana fa parte della tradizione dolciaria di Prato, insieme ai cantucci, ai brutti boni e alle pesche dolci.
Anche di questo dolce ci sono diverse versioni, chi mette mandorle, chi pinoli, chi tutto quanto…

Perchè Mantovana se è di Prato?

Gli eventi che riconducono al particolare nome sono legati alla vicenda che ha per metà il sapore di leggenda e per metà quello della storia. Si racconta che la ricetta della “mantovana” fosse un lascito, alla corte De’Medici, di Isabella d’Este che a 16 anni nel 1490 sposò Francesco II Gonzaga, divenendo cosi Marchesa di Mantova.

La Marchesa nel 1514 fu ospite di Papa Leone X a Roma, città in cui tornò più volte negli anni a venire. In quelle occasioni Isabella d’Este scelse Firenze come città di transito.

Prato, come la città di Mantova, fu dominio dei longobardi: potrebbe essere un’altra spiegazione del nome, ricondotto a quel particolare periodo storico.

( citato Wikipedia )

A prato è famosa quella del Mattei… è tanto che non la mangio più… tanti anni fa era davvero ottima….

Era tanto che ne avevo voglia, era tanto che guardavo le ricette… ma o troppo caldo o troppo boh… cmq sia, mi sono finalmente decisa! 🙂

Si mangia bene in ogni momento della giornata, magari per merenda con una bella tazza di thè.

INGREDIENTI: ( la mia è la versione ridotta… per una mantovanina )

– 2 uova;

– 1 tuorli e mezzo;

– 100 g di zucchero;

– 100 g di farina;

– 75 g di margarina vegetale;

– 1/2 bustina di lievito per dolci ( anche intera );

– pinoli q.b. ( abbastanza );

– zucchero a velo

Sciogliete la margarina.

Sbattete le uova con la frusta e unite lo zucchero e continuare a mescolare fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.

Aggiungete la farina, il lievito e la margarina fusa. Mescolate bene.

Aggiungete un pò di pinoli ( meno di un sacchettino… se fate le dosi doppie mettetelo tutto ) e mescolate.

Prendete una tortiera, coprite il fondo con la carta da forno bagnata e strizzata bene, imburrate e infarinate i bordi, mettete l’impasto dentro e aggiungete sopra tanti pinoli ( deve coprire bene tutta la superficie ).

Mettete in forno già caldo a 180° per 20 minuti ( se fate le dosi doppie 40 minuti ) .

Una volta cotta fatela raffreddare, sformatela e aggiungete lo zucchero a v velo e …buon appetito!foto 1 (3) foto 4 (1) foto 5 (1) foto 2 (3) foto 3 (2) foto 1 (2) foto 2 (2)Con questa ricetta partecipo al contest “La mamma è sempre la mamma” dei blog passione in cucina e Cucinare con amore in collaborazione con Green gate

la mamma è sempre la mamma